Into the lyrics, beyond the music

Temi e storie dietro alle canzoni. L’origine delle ballate e curiosità varie sulle canzoni!

Ormurin Langi

Letteralmente, “Il Lungo Serpente”, è una kvæði (canzone) feroese. E’ stata composta nel 1830 circa da Jens Christian Djurhuus. Consta di 86 versi e si basa sull’ Heimskringla, storia del mondo narrata dall’onnipresente Snorri. Questa ballata, come altre feroesi, si ricollega a eventi storici, ma in questo caso specifico, a eventi storici che coinvolgono direttamente le Isole. E’ la prima ballata che si riferisce direttamente alle Faroer. Il protagonista è Olav Tryggvason, re Norvegese, possessore della nave chiamata Ormurin Langi. Egli nominò nel 999 dc il signore delle Isole, tale Sigmundur Brestisson, incaricandolo di portare il Cristianesimo. Sigmundur dovette però affrontare la resistenza di Tróndur í Gøtu.  Mentre tornava in Norvegia, Olav e la sua nave, furono attaccati dal re di Svezia, di Norvegia e da Eirik Hakonarson.Olav riuscì a difendersi dai due re, ma fu uccisi da Eirik. Abbandonò la nave, con i suoi marinai, quando capì che la sua fine era giunta. Nella ballata Olaf naviga verso Oresund, ed è in questa zona che ha luogo la battaglia. E’ una delle ballate più note e conta varie versioni, nonchè una serie di francobolli ad essa dedicata.

Eric the Red

Eric Thorvaldsson, anche noto come Eric il rosso, è un personaggio dell’omonima saga Islandese, considerato il primo nordico ad aver messo piede in Groenlandia. Secondo la tradizione islandese sarebbe nato in Norvegia, nel Rogaland, da Thorvald Asvaldsson. L’appellativo si riferisce al colore di capelli. Suo figlio era Leif Ericson, noto esploratore, che secondo la leggenda avrebbe raggiunto l’America 500 anni prima di Colombo. Eric fu cacciato dalla Norvegia per omicidio e con la sua famiglia andò in Islanda. Fu però esiliato anche da qua, per rissa. Partì quindi alla ricerca di alcune isole, approdando poi in Groenlandia. Tornò in Islanda scaduto il suo esilio, e raccontò tutto sulla “Terra Verde” ch aveva visto. Eric si stabilì nuovamente in Islanda e divenne capo di Brattahild. Leif diffuse il Cristianesimo nell’Isola, ma il padre si rifiutò di convertirsi.

“What brings you here my friend, what brings
you north to where hell is of ice
South from the sand dunes where hell is of
fire, why have you come so far”

Si rivolge a un amico chiedendogli cosa lo spinge verso nord, dato che egli viene dal deserto. L’amico a cui si riferisce è il Cristianesimo, forse lo stesso Gesù. Il contesto è infatti quello del Cristianesimo dilagante e non solo in Scandinavia.

“Both sides waging war will be raging in the name of one true divinity”

Sia i Cristiani che i Pagani pensavano di combattere per il Dio giusto. Prende anche in giro la nuova religione, dicendo che non ha alcun senso e s chiede perchè tanta gente creda in questo Gesù- supereroe e nel fatto che sono nati dal peccato

Clearly I see the end, I pray that the embers
will persist from my faith
Clearly I’m outnumbered, allegedly outdated,
since your arrival here.”

la nuova religione sta prendendo piede perchè è vista come la verità. Sarcasticamente dice loro di convertire il mondo, che poi è quello che stanno facendo.

Ramund Hin Unge

La particolarità di questa canzone è di essere cantata da Heri in “Gøtudanskt ” cioè il danese pronunciato dai feroesi. La pronuncia e i tratti prosodici tipici del danese sono alterati dall’influsso del Faroese. Il termine è stato coniato da un professore di Gøta, Eyturoy, che parlava appunto un Danese con molti “faroesismi”. Ad oggi si tratta di un fenomeno che coinvolge per lo più gli adulti, mentre i giovani hanno un accento più simile allo standard danese.

Trondur I Gøtu
È uno dei personaggi principali della Saga dei Faroesi. Il capitolo 3 della Saga dice che Tróndur aveva “una scioccante testa di capelli rossi, ed era lentigginoso e con lo sguardo truce”, caratteristiche tipiche del folklore faroese, e si dice che discenderebbe dalla figlia di Thorstan il Rosso. Tróndur í Gøtu viveva sull’isola di Eysturoy, nella casa del padre Gøta, il quale prese il nome dal soprannome di Torbjørn Gøtuskegg. Inizialmente Tróndur e Thorlac si scontrarono a lungo per decidere chi avrebbe ereditato le proprietà. Dopo aver perso, Thorlac si trasferì a vivere nelle vicine isole con la moglie.

Turið Torkilsdóttir
È la prima donna nella storia dei Feroesi di cui si ha conoscenza. Nell’età vichinga, lei era la donna più influente di tutte le Fær Øer. Dopo la morte di suo marito (1005), fu chiamata generalmente Þurið Megineinkja, cioè “la vedova del capo”.
Turið era la figlia di Ragnhild Þoralfsdóttir e di Þorkil Barfrost. Attorno al 986 ha sposato Sigmundur Brestisson, durante la sua terza visita in Norvegia. Secondo la Saga dei Feroesi, il matrimonio ebbe luogo nella fattoria di Håkon Jarl, vicino a Trondheim e la cerimonia è durata sette giorni. Turið aveva già dato a Sigmundur una figlia, Þóra. Quell’autunno, la coppia e la loro figlia si trasferirono nelle Fær Øer, dove Turið vise per tutto il resto della sua vita.
Turið e Sigmundur hanno successivamente avuto quattro figli, Þórálfr, Steingrímr, Brandr and Heri Sigmundsson, che vissero tutti nella fattoria a Skúvoy.

Brennivin

Marca di un forte alcolico di origine Islandese. Si tratta di una specie di liquore a base di patate fermentate e semi di cumino. E’ anche chiamato Morte Nera e il suo nome letteralmente significa “vino di fuoco”.

Spesso è bevuto come accompagnamento all’ Hakarl, piatto nazionale, considerato uno dei più disgustosi al mondo (è fatto con carne di squalo marcio). E’ considerato un alcolico nazionale ma la maggiorparte della popolazione non è in grado di berlo, per via della sua alta gradazione alcolica (circa il 37%).Può essere considerato un parente dell’acquavite scandinava, ma molto più forte.

Valkyrjan

La melodia principale della canzone si basa su “Solveig’s song” del compositore norvegese Grieg. La canzone fa parte dell’opera “Peer Gynt”, di Ibsen.

Sinklars Visa

Sinklars Visa si basa sulla versione (musicale) feroese della Zinklars Visa, con parole di Evard Storm, poeta norvegese, naturalizzato danese. Il canto di Sinklar si riferisce a George Sinclair, mercenario scozzese che combattè nella guerra di Kalmar. Durante la battaglia di Kringen, egli fu sorpreso dalla milizia norvegese (che constava di soli 300 uomini) mentre marciava in terra norvegese, per unirsi alla milizia svedese (la Norvegia era rimasta neutrale…). Sinklar fu il primo ad essere ucciso dai norvegesi, mentre i pochi sopravissuti furono obbligati ad arruolarsi nella milizia danese. Questa battaglia è ricordata dai norvegesi come simbolo di resistenza militare al nemico.

Il testo della canzone è in norvegese, essendo Storm norvegese e nostalgico della patria ma esiste anche la versione danese-feroese.
NON è in Gøtudansk.

Gandkvæði Tróndar.

Questa canzone si basa su una poesia di Djurhuus, poeta feroese vissuto tra il 1881 e 1948. E’ stato un importante uomo di cultura, traduttore di Omero e Platone e sostenitore, per buona parte della sua vita, di una linea purista in campo lessicale.
La canzone (Il canto magico) parla dell’avvento della Cristianità nelle Isole, e della lotta tra Sigmund e Tróndur í Gøtu. La musica è tradizionale feroese, arrangiata da Heri ovviamente

 

I seguenti contributi sono stati scritti da Alessio Iervolino, che ringraziamo.

 

Norna-Gests þáttr (Nornagest Ríma) *hidden track*

 

La ballata, una tradizionale kvæði faroese, scritta intorno al 1300, narra le gesta di Nornagestr, chiamato anche Gestr, ed è stata consecutivamente incorporata nella saga di Olaf Trygvasson (Óláfs saga Tryggvasonar en mesta). Nornagestr, il protagonista, era il figlio di un danese di nome Thord che una volta abitava nella tenuta di Grøning; quando egli nacque, le tre norne arrivarono in casa del padre e predissero il destino del bambino: due videro cose buone, ma Skuld, la più anziana, disse che la vita del bambino sarebbe durata quanto la candela che giaceva accanto alla culla del neonato, e per questo motivo subito la spense e disse alla madre di Nornagestr di nasconderla. Cresciuto, Nornagestr fu il custode della candela e visse per 300 anni, trascorrendo alcuni anni con il figlio di Ragnar Lodbrok, con il re svedese Sigurd Ring e con il Re Erik di Uppsala. Secondo la leggenda, quando il re Olaf Trygvasson cercava di convertire la Norvegia al cristianesimo, chiamò Nornagestr alla sua corte e dopo ben tre anni di servizio, egli fu ammesso come guardia personale del re. Egli era straordinariamente alto e forte, e molto avanti con l’età; successivamente decise di farsi battezzare, secondo le volontà del re Olaf Trygvasson, e quando questo avvenne, Nornagestr accese la candela che, secondo la profezia, quando si spense, fece spegnere anche la vita di Nornagestr.

Traduzione della ballata in inglese: http://www.gutenberg.org/files/33471/33471-h/music/music-178.pdf

The edge

La canzone è un’interpretazione di uno dei più importanti racconti delle isole Fær Øer e narra la storia dei Floksmenn. La storia è ambientata nel Medioevo e si sviluppa in uno dei villaggi più orientali delle isole chiamato Hattarvík e narra di un gruppo di ribelli formato da Høgni Nev, Rógvi Skel, Hálvdan Úlvsson e Sjúrður við Kellingará, abitante del suddetto villaggio. Essi saccheggiarono e distrussero la parte settentrionale delle isole per molto tempo, anche se la canzone si concentra maggiormente sull’esperienza di Sjúrður við Kellingará, il più intelligente del gruppo. Egli fu costretto da Hálvdan Úlvsson a compiere atti di ribellione sempre più violenti: “Led by Son of the Wolf (Úlvsson) they’re just four blood brothers going over the edge” Successivamente, tutti e quattro furono catturati e condannati a morte dal Thing, l’assemblea governativa delle società germaniche, e vichinghe. “Sentenced to the death by the Thing, four conspirators ‘gainst our king” Però, a Sjúrður fu concessa l’amnistia e non fu ucciso per volontà dell’assemblea, ma egli non riuscì a vivere pensando a tutti i crimini che fu costretto a compiere, e che aveva deliberatamente compiuto, e scelse di essere giustiziato insieme ai suoi compagni ribelli. “Lead me up the hillside at daybreak, my mistake, don’t shed a tear at my wake, just believe it’s for my own sake”

 

Ólavur Riddararós

Tradizionale kvæði , narra la storia del coraggioso Ólavur Riddararós che caccia dei cervi in montagna quando una fanciulla elfa gli appare improvvisamente e si dichiara a lui, proponendogli di sposarla. Ella suggerisce che Olaf (in Islandese Ólavur) sarebbe stato molto più felice con lei a bere idromele e ballare che a stare con una semplice donna mortale. Inizialmente, Olaf non sa cosa fare, ma alla fine decide di sposare la sua donna e, il giorno successivo, torna sulle montagne e declina educatamente la proposta dell’elfa. Ma a questo punto, la fanciulla elfo, adirata, lo pone dinnanzi ad un’ulteriore scelta: andare a ballare insieme agli elfi e, quindi, restare con lei, o bere un veleno che lo farà star male e in coma per i prossimi sette anni. Olaf, così, decide di bere il veleno per non rinunciare alla sua amata.

 

Lokka Táttur

Una delle poche ballate in cui Loki è ritratto come un dio buono che aiuta gli uomini in difficoltà, questa kvæði inizia raccontando della perdita di una scommessa tra un contadino e un gigante di nome Skrymir che, come prezzo per la scommessa, pretende il figlio del contadino. A questo punto, il contadino chiederà aiuto ad Odino, Hœnir e, infine, a Loki. Il primo a rispondere alla chiamata del contadino, è Odino, che cerca di nascondere il bambino in un campo di grano, ma, quando la mano del gigante passa vicino al bambino, pur essendo questo nascosto, egli si impaurisce e Odino è costretto a riportarlo dai genitori, dicendo di aver compiuto il suo compito. Ma il gigante ritorna, è così la volta di Hœnir, che decide di nascondere il bambino sotto una piuma di un’oca gigante facente parte di uno stormo di ben sette oche, ma quando il gigante afferra una di queste e la divide in due, mangiandone la testa, il bambino si spaventa e Hœnir lo richiama a sé portandolo dai genitori, salvo. Nessuna delle due divinità riesce, però, a risolvere completamente il problema, in quanto il gigante non si arrende nella sua caccia al bambino, per questo motivo interviene Loki che decide di porre fine definitivamente al problema. Così, attira il gigante in una spiaggia, nascondendo nuovamente il bambino in un pezzo di grano ma anche dentro la pancia di un pesce, e invita il gigante a pescare: quando il gigante pesca il pesce che contiene il bambino, Loki lo pretende e mentre discute col gigante, il bambino riesce ad uscire dal pesce e correre attraverso la spiaggia nelle braccia del padre. Così, ha inizio l’inseguimento del gigante, che però affonda nelle sabbie fino alle ginocchia, permettendo così a Loki di tagliargli le braccia. Una volta tagliate, però, queste ricrescono improvvisamente, allora Loki le taglia di nuovo e pone dei massi sui due monconi del gigante, impedendone la ricrescita. Fatto questo, torna dal contadino dicendo che il suo problema col gigante è risolto.

 

Brother’s bane

La storia è incentrata sull’ “Inganno di Loki” , sulla figura di Höðr, divinità cieca il cui nome significa Guerra, e sulla figura di Baldr, che non può essere ferito da nulla, tranne che dal vischio, punto debole di cui solo Loki è a conoscenza. “There’s no reason to defend, nothing can harm him.”(E’ Loki che parla ad Höðr di Baldr) Tutto inizia mentre gli dei giocano con Baldr scagliandogli contro degli oggetti per provare la sua immortalità, ma Höðr è in disparte, e Loki, avendo scoperto l’unico punto debole di Baldr, decide di ingannare la divinità cieca suggerendogli di scagliare una freccia macchiata di vischio su Baldr. “Bend now this fatal bow and mark with this mistletoe” Morto Baldr, però, gli dei non possono vendicarsi in quanto si trovano in un santuario dove non è ammessa la vendetta, come testimonia l’Edda in prosa.

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